Sono del tutto d’accordo: “Fuoco Pallido” è un romanzo superiore a “Lolita”, ma ovviamente gli elementi di attrazione per il grande pubblico nella storia di Humbert Humbert e della ninfetta Dolores sono assai superiori a quelli di un infinito gioco di specchi qual è Pale Fire (come farne un film? Impossibile). E tuttavia il mio preferito è un altro: “The real life of Sebastian Knight”. Qui i motivi e gli incantesimi nabokoviani sono già tutti presenti, e sebbene si tratti del suo primo romanzo scritto in inglese la lingua gode di una fluidità che rivela il grande scrittore quale che sia lo strumento di cui si serve. Non starò a raccontare il libro, ma tanto mi è piaciuto da indurmi a dedicargli un altro libro: “Le sette vite di Sebastian Nabokov”.
Sì, anche “The real life of Sebastian Knight” è un libro interessante e stratificato, che non faccio fatica a immaginare che possa ispirare altri libri-gioco, nel senso migliore del termine (curiosità: se non ne hai già avuto modo, prova a leggere “I dispiaceri del vero poliziotto” di Roberto Bolaño, apprezzando gli echi nabokoviani, per la parte che riguarda lo scrittore Arcimboldi,) ma mi viene in mente che per essere giusti con Nabokov si dovrebbe parlare quasi di ogni suo scritto: ad esempio, quanto ci sarebbe da dire su “Ada” (che è un po’ il suo “Finnegans Wake”, il suo romanzo eccessivo e terminale)… e mi rammarico in particolare che nello Speciale non si sia potuto approfondire il Nabokov russo, mettendo in luce la precocità della sua originalità come scrittore. Almeno, attraverso la trattazione di “Pale fire”, ho cercato di fare presente le mille vite dell’opera di Nabokov.
Ti sono sincero: Bolaño, di cui apprezzavo le prime opere (La literatura nazi en América, Estrella distante), ha smesso di piacermi quando ha incominciato a piacere (ovvero con gli interminabili Detectives). E a dire ancora la verità, nonostante il mio amore per Nabokov non trovo che Ada sia più che una Lolita incestuosa. Il Sebastian Knight mi ha dato modo di affrontare i temi e gli elementi ricorrenti (dalla nostalgia agli scacchi, dalle identità agli errori che determinano la vicenda, per non dire il destino), fino allo stile (“Soprattutto metti il come prima del che cosa…”). Insomma, un gran divertimento.
Sono del tutto d’accordo: “Fuoco Pallido” è un romanzo superiore a “Lolita”, ma ovviamente gli elementi di attrazione per il grande pubblico nella storia di Humbert Humbert e della ninfetta Dolores sono assai superiori a quelli di un infinito gioco di specchi qual è Pale Fire (come farne un film? Impossibile). E tuttavia il mio preferito è un altro: “The real life of Sebastian Knight”. Qui i motivi e gli incantesimi nabokoviani sono già tutti presenti, e sebbene si tratti del suo primo romanzo scritto in inglese la lingua gode di una fluidità che rivela il grande scrittore quale che sia lo strumento di cui si serve. Non starò a raccontare il libro, ma tanto mi è piaciuto da indurmi a dedicargli un altro libro: “Le sette vite di Sebastian Nabokov”.
Sì, anche “The real life of Sebastian Knight” è un libro interessante e stratificato, che non faccio fatica a immaginare che possa ispirare altri libri-gioco, nel senso migliore del termine (curiosità: se non ne hai già avuto modo, prova a leggere “I dispiaceri del vero poliziotto” di Roberto Bolaño, apprezzando gli echi nabokoviani, per la parte che riguarda lo scrittore Arcimboldi,) ma mi viene in mente che per essere giusti con Nabokov si dovrebbe parlare quasi di ogni suo scritto: ad esempio, quanto ci sarebbe da dire su “Ada” (che è un po’ il suo “Finnegans Wake”, il suo romanzo eccessivo e terminale)… e mi rammarico in particolare che nello Speciale non si sia potuto approfondire il Nabokov russo, mettendo in luce la precocità della sua originalità come scrittore. Almeno, attraverso la trattazione di “Pale fire”, ho cercato di fare presente le mille vite dell’opera di Nabokov.
Ti sono sincero: Bolaño, di cui apprezzavo le prime opere (La literatura nazi en América, Estrella distante), ha smesso di piacermi quando ha incominciato a piacere (ovvero con gli interminabili Detectives). E a dire ancora la verità, nonostante il mio amore per Nabokov non trovo che Ada sia più che una Lolita incestuosa. Il Sebastian Knight mi ha dato modo di affrontare i temi e gli elementi ricorrenti (dalla nostalgia agli scacchi, dalle identità agli errori che determinano la vicenda, per non dire il destino), fino allo stile (“Soprattutto metti il come prima del che cosa…”). Insomma, un gran divertimento.