In questa nuova tappa del nostro viaggio letterario attraverso le FASI della vita, rimaniamo dalle parti dell’INFANZIA al maschile ma stavolta, dopo Pinocchio, ci concentriamo non sul lato oscuro ma su quello luminoso (per quanto impacciato o fintamente violento), addentrandoci anche un po’ più in là nell’età, in quella manciata di anni prima della pubertà, dominati dal rapporto con i pari – grazie al prezioso supporto del romanzo Le Avventure di Huckleberry Finn di Mark Twain.
Nel brano dell’audiolettura, emerge una vivida rappresentazione delle componenti della bellezza propria di questo momento intenso e brevissimo della vita di un uomo: l’amicizia e il gioco come antidoti alla solitudine nevrotizzante e fobica del singolo ; i gruppi anzi vere e proprie bande di ragazzi organizzate sul modello dei libri su briganti e pirati (o altri eroi e anti-eroi, oggi presi anche dai film, dalle serie, eccetera); il senso di un’avventura sconfinata, la fantasia di un rischio eccitante, in buffo contrasto con l’effettiva realtà quotidiana e i suoi prosaici limiti, nonché con l’ingenuità e l’inesperienza dei soggetti coinvolti.
E cogliamo questa occasione per riscoprire un grande classico della letteratura (non certo solo quella “per ragazzi”), uno dei libri fondativi delle lettere degli Stati Uniti d’America, fondamentale per tutta la cultura moderna e contemporanea: una sorta di prosecuzione in chiave infantile, vagabonda, discola del grande romanzo-prototipo Don Chisciotte, della sua satira a tutto tondo, del suo humour insieme popolare e raffinatissimo, del suo tono saggiamente comico-realistico.
Vogliamo infatti ricordare le parole dello scrittore Roberto Bolaño in Tra parentesi: «Tutti gli scrittori americani, inclusi quelli che scrivono in spagnolo, a un certo momento delle loro vite colgono all’orizzonte i bagliori di due libri, che sono due strade, due strutture e due argomenti. A volte: due destini. Uno è Moby Dick di Melville e l’altro Le Avventure di Huckleberry Finn di Twain. Tutto quello che hanno scritto Faulkner e Hemingway, e tutto quello che avrebbero voluto scrivere, può stare in una pagina di Huckleberry Finn».
La Redazione